venerdì 27 novembre 2009

Tuttto motto bello ma dov'è i' cevvello?

Bello vedere che si sta sviluppando attorno ai colossi Goooooooooooooooo gle e Microsoft, mi piacerebbe però che si sviluppasse anche sugli applicativi (chi era in lab. giovedì sa già come e di cosa parlare!). Buon sabato a tutti!



p.s. e comunque tra Davide Google e i Golia Microsoft&Murdock "ne rimarrà soltanto uno", diventando principe del Net Universe

Un giornalista del New York Times punta il dito contro il search engine di BigM.


Il New York Times ha recentemente pubblicato un articolo eloquente, dal titolo ancora più eloquente: boicottiamo Microsoft Bing. La penna è quella del giornalista Nicholas Kristof, curatore di un blog chiamato On The Ground. Il post si è rivelato subito infuocato, con Kristof a puntare il dito contro Microsoft, a suo dire unica responsabile dell'estremo sacrificio del motore di ricerca Bing, immolato sulle già controverse pratiche web della sicurezza di stato cinese.
Il search engine made in Redmond avrebbe scelto di diventare parte integrante dei meccanismi di propaganda del Partito Comunista Cinese, eliminando dai risultati di ricerca termini politicamente sgraditi alle autorità di Pechino. Kristof ha parlato dopo aver preso diretta visione dei risultati di ricerca, interrogando più volte Bing nel corso degli ultimi mesi, a partire dalla fine di giugno fino alla fine della settimana appena trascorsa. Una serie di screenshot è stata messa online a dimostrarlo.
Il giornalista del NYT ha innanzitutto cercato parole chiave come Tiananmen, Falun Gong e Dalai Lama, ottenendo risultati credibili relativamente alla lingua inglese. Medesime prove sono emerse conducendo una ricerca in caratteri cinesi complessi, utilizzati nelle aree di Taiwan e Hong Kong. Ma con i caratteri cinesi semplificati verrebbero restituiti risultati completamente stravolti, in particolare relativi alla ricerca per immagini: nessun massacro, il Dalai Lama dipinto come un oppressore, nessun perseguitato del Falun Gong.
"Ciò che è risultato più offensivo - ha spiegato nel post Nicholas Kristof - è che questo filtraggio è valido in tutto il mondo, compreso il mio ufficio a New York. Microsoft altera i risultati del suo search globale per far sentire meglio Hu Jintao, e questa è una vera vergogna. Bing diventa così un'unità operativa della propaganda cinese". È per questo, allora, che Kristof ha lanciato un appello, per boicottare il search engine di BigM, a suo dire più difendibile se avesse circoscritto i filtraggi entro i confini del paese asiatico.
Un portavoce di Microsoft aveva all'inizio contestato le dichiarazioni di Kristof, spiegandogli che i meccanismi di funzionamento di Bing non prevedessero pratiche di filtraggio. Davanti agli screenshot, BigM aveva ammesso l'errore, puntando il dito contro un bug che avrebbe risolto quanto prima, per fare in modo che i risultati fossero omogenei in tutte le lingue. Sei mesi dopo, un post sul blog ufficiale di Bing ha spiegato che è stato individuato un altro bug, che verrà risolto prima delle festività del Ringraziamento. Kristof, ottenuta la stessa risposta di giugno, è rimasto scettico.

Google e Microsoft : una continua lotta!




La guerra tra Microsoft e Google è destinata a giocarsi principalmente sul campo delle applicazioni da ufficio. La suite di Google, Google Apps sembra stia prendendo sempre più piede nei confronti del rivale Microsoft Office (soprattutto per il fatto di essere gratuita), e così Microsoft è corsa ai ripari stilando una classifica dei dieci motivi per cui le aziende non dovrebbero utilizzare i prodotti Google.
Una scelta molto probabilmente presa dopo l’importante accordo di partnership tra Big G e CapGemini, che aiuterà Google a vendere Google Apps Premier Edition (Gape) alle imprese. Andiamo a vedere, dunque, alcune tra “le dieci domande che le imprese dovrebbero porsi nel passare a Google Apps” (=ovvero, i dieci motivi, secondo Microsoft, per non passare). Primo motivo: la storia insegna che Google spesso lancia sul web prodotti incompleti (chiamandoli Beta) e poi rilascia aggiornamenti secondo un calendario che nessuno conosce. Secondo: Google sponsorizza il prezzo molto basso delle proprie applicazioni, insieme all’assenza di spese per l’hardware, lo storage e la manutenzione degli apparecchi. Ma se Gape viene usato come complemento di Office, allora ci sarà bisogno comunque di hardware, storage e manutenzione.
Le applicazioni di Google, poi, funzionano solo in un impresa che non ha gerarchie tra gli utenti e dove i dipendenti sono sempre connessi: nelle imprese normali quasi nessuno lavora in questo modo. Ancora: le applicazioni di Google non hanno alcune funzioni essenziali, come ad esempio la possibilità, nel word-processor, di scrivere un’intestazione/piè di pagina, di inserire tavole dei contenuti o note a margine, e così per aggiungere questo tipo di informazioni bisognerà utilizzare altri sistemi, con conseguente perdita di tempo.
Ancora: le aziende devono spesso pensare alla propria privacy e alla propria sicurezza; affidandosi a Google non possono però contratollare i propri dati, che anzi vengono conservati per anni in chissà quali server senza possibilità di accesso. Da notare che nella lista non viene mai annoverata la parola “collaborazione”, vera e propria potenzialità, invece, delle Google Apps.

la guerra Bing-Google si sposta su Twitter. Nel giorno di Windows 7, debutta anche il primo Microsoft Store


Nel giorno del debutto ufficiale di Windows 7, l’attenzione, più che sul nuovo sistema operativo, sembra tutta puntata sul nuovo fronte della battaglia tra Microsoft e Google: il microblogging.
Entrambe le società hanno infatti annunciato alleanze con Twitter: la prima ruota attorno al motore di ricerca Bing che diventerà – sottolinea la società – “il posto migliore, dopo il sito web del programma di microblogging, dove scoprire cosa dice la gente su Twitter”.
Google, che fin qui non era in grado di fornire in tempo reale gli aggiornamenti di Twitter, è corsa ai ripari annunciando lo stesso tipo di accordo, che però diverrà operativo nei prossimi mesi.
Su Bing, invece, gli aggiornamenti real-time sono già attivi e consentono di conoscere in tempo reale tutti i tweets su un determinato argomento: sulla home page di Microsoft, ad esempio, fanno bella mostra i complimenti e i commenti su Windows 7 tratti da Twitter.
L’esplosiva popolarità di Twitter,con i suoi milioni di tweet al minuto è l’esempio perfetto di come, sfruttando i motori di ricerca, si possa avere in tempo reale, un’idea dell’opinione e dei pensieri delle persone sugli argomenti più svariati, dalle questioni sociali e politiche più importanti al gossip. Non è un caso che l’industria cinematografica americana non veda di buon occhio il sito: per porre un freno alle fughe di notizie sui film in produzione, le major hanno infatti deciso di inserire nei contratti delle clausole ad hoc per impedire agli attori di non pubblicare notizie sui film in lavorazione.
Avere accesso all’intero flusso di informazioni prodotte da Twitter, ha detto il ricercatore Microsoft “è portare la ricerca a un nuovo livello”, permettendo a chiunque di sapere cosa si dice su Twitter su qualsiasi argomento, anche se al momento solo negli Usa.
Google, che domina ampiamente il settore delle ricerche online, ha risposto il giorno stesso: “Siamo felici di annunciare che abbiamo concluso un accordo con Twitter per includere i loro aggiornamenti nel nostro motore di ricerca”.
Microsoft ha precisato che oltre a Twitter, anche Facebook sarà intergrato prossimamente al motore di ricerca Bing, che è stato lanciato a giugno e ha riscosso un buon successo, visto che la quota di mercato attuale si attesta negli Usa al 9,4% (contro il 65% di Google). L’accordo con Facebook riguarda l’indicizzazione soltanto dei messaggi che i 300 milioni di utenti del sito hanno indicato come visibili al pubblico.
Microsoft ha investito due anni fa 240 milioni di dollari in Facebook, mentre Twitter a gennaio avrebbe rifiutato un’offerta di acquisto da parte di Google.
Nessuna delle due società ha reso noti i dettagli finanziari degli accordi con Twitter.
Nel giorno del debutto di Windows 7, Microsoft ha annunciato anche l’apertura del suo primo Microsoft Store in Arizona.
Il negozio sarà una vetrina privilegiata per i prodotti del gruppo di Redmond – Pc, Xbox, telefonini Windows Mobile – ma anche dei partner.
Un secondo store aprirà il 29 ottobre in California.
L’apertura dei primi negozi Microsoft conferma la volontà del gruppo di avere un rapporto più diretto con i clienti e di migliorare l’esperienza di acquisto e uso delle tecnologie Microsoft.
Nell’ambito di queste iniziative, la società ha anche ‘rinfrescato’ gli store online: per la prima volta su www.microsoftstore.com saranno in vendita computer Windows 7, software di terze parti e una vasta gamma di accessori.
I produttori di Pc, intanto, aspettano impazienti il debutto di Windows 7, che andrà a sostituire il decisamente malriuscito Vista o i sistemi XP, vecchi di 8 anni.
Il nuovo sistema operativo - più veloce, meno complicato e dotato di funzionalità touch-screen - dovrebbe convincere le aziende a sostituire i vecchi Pc e consentire ai produttori di migliorare i margini.

BING ha colpito nel segno!

Il nome non convince tutti, ma è apprezzato. Prossimamente inizierà l'apertura progressiva in tutto il mondo...
... Bing, il nuovo motore di ricerca di casa Microsoft, sta per vedere la luce. Il nuovo brand ha conosciuto un passaparola senza eguali, soprattutto in considerazione di quelli che sono stati i precedenti Microsoft nel settore. Bing l'onomatopeica, Bing il motore, Bing la rivoluzione, Bing la rivincita: i significati attribuiti al motore sono già molti.
In Italia il nome ha interpretazione evidentemente onomatopeica: "Bing" non ha significato diverso dal suono che trasmette, un argentino rintocco rapido ed acuto, con un riverberarsi che lascia immaginare una ricerca rapida che porta con un click al risultato. Ed è questo quel che Microsoft intende raggiungere. Tuttavia Bing sembra non avere medesima accezione ovunque: secondo TechCrunch, ad esempio, in Cina la parola si avvicina
pericolosamente al significato di "malattia", ma non sarà certo un piccolo inciampo a fermare la cavalcata del brand!CNet ha espresso forte apprezzamento per Bing. Titolando «Microsoft Bing: molto meglio del previsto», l'influente testata si è espressa a favore del motore apprezzandone le migliorie e mostrando i risultati delle prime ricerche compiute. Particolarmente apprezzabile, secondo quanto indicato nella recensione, la capacità di mostrare notizie e informazioni estremamente aggiornate, il che implica un forte passo avanti rispetto a quello che è uno dei maggiori talloni d'Achille di Google: la dimensione istantanea. L'articolo si chiude con la migliore delle chiose che Microsoft avrebbe mai potuto auspicare: «Provate questo motore di ricerca. Non penso che ve ne pentirete».
Il commento più clamoroso è giunto da Steve Wozniak, cofondatore Apple ed eclettico personaggio del mondo dell'ICT : «normalmente non partecipo a queste presentazioni, ma penso che questa sia stata la software demo più stupefacente che abbia mai visto». Wozniak è stato evidentemente rapito da Bing, esprimendo totale apprezzamento per l'intelligenza e gli algoritmi spiegati: «mi ha davvero impressionato».

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