mercoledì 2 dicembre 2009

Domanda Carogna

martedì 1 dicembre 2009 di Alfonso Maruccia Google saluta Gears e sposa HTML 5

Le API di sincronizzazione di Mountain View vanno in pensione. Sostituite dalle nuove specifiche eminentemente cloud della futura revisione dello standard W3C

Roma - Dopo poco più di due anni di onorato servizio, le API Gears si avviano sul cammino del tramonto scalzate dalla prossima revisione di HTML. Attraverso Gears, Google prometteva di trasformare i siti web in qualcosa di più simile a un'applicazione completa di tutti i crismi del caso: ma ora che il browser Chrome si avvia a essere un vero e proprio sistema operativo "mignon" è arrivato il tempo di abbandonare il vecchio codice a tutto vantaggio delle nuove specifiche dello standard web per eccellenza.

Per i siti che ancora sfruttano Gears - uno fra tanti, il CMS WordPress - il supporto è garantito almeno per il momento, dice una fonte non meglio precisata da Mountain View, ma alla lunga il consiglio è di abbandonare le vecchie API e dare ampio spazio alle specifiche di HTML 5: che, sebbene ancora attendano la ratifica definitiva da parte del W3C, già promettono di inglobare lo "spirito" di Gears e superarlo di ampie lunghezze.

In un futuro che appare ancora abbastanza distante nel tempo, HTML 5 dovrebbe permettere ai siti web di fare completamente a meno di molti prodotti che oggi monopolizzano (sotto forma di plugin) l'entertainment, l'interattività e le funzionalità avanzate di portali grandi e piccoli.
Ad HTML 5 non servono né FlashSilverlight per offrire agli utenti contenuti in streaming e multimedialità in alta definizione (foss'anche solo a 720p), e naturalmente non guastano l'archiviazione di database offline, l'editing di documenti, funzioni copia-e-incolla e tutto il resto della "bonanza" tecnologica inclusa nel nuovo standard.
Google appare dunque ben felice di abbandonare un suo prodotto - che è tra l'altro distribuito come codice open source - in funzione di una tecnologia che giudica superiore e adottabile su scala molto più ampia. Soprattutto quando tale tecnologia serve esattamente agli scopi di connettività ubiqua e toti-funzionale da web 3.0 a cui Mountain View ha consacrato il futuro e le sue sorti commerciali.

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