venerdì 22 gennaio 2010

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La Cina attacca Clinton, discorso su Google dannoso per rapporti

PECHINO - La Cina ha reagito con durezza alle critiche rivoltele ieri dal segretario di stato americano Hillary Clinton, che l' ha accusata di limitare il libero accesso ad Internet. In una nota pubblicata sul suo sito web, il ministero degli esteri afferma che le accuse degli Usa "negano la realtà e danneggiano le relazioni tra i due paesi" ma sottolinea che, nonostante le divergenze, Pechino è disposta a proseguire nel dialogo. La Clinton ha messo la Cina nel gruppo dei paesi che "recentemente hanno ristretto la libertà di Internet" con Tunisia, Uzbekistan, Arabia Saudita e Vietnam.

Il segretario di stato ha inoltre chiesto a Pechino di avviare una inchiesta, "minuziosa" e "trasparente" sui recenti casi di pirateria osservati nel paese, in particolare contro il colosso del web Google, che ha minacciato di andarsene anche a causa della censura. "Internet in Cina è aperto e la Cina è il paese più attivo nello sviluppo di Internet" prosegue la nota, che poi sottolinea che "alla fine dell' anno scorso i navigatori cinesi hanno raggiunto la cifra di 384 milioni e ci sono 3,68 milioni di website e 180 milioni di blog". "La Cina ha la sua situazione nazionale e le sue tradizioni culturali e gestisce Internet in accordo con le sue leggi e con le pratiche internazionali...la Costituzione cinese garantisce ai cittadini la libertà di opinione...", aggiunge il ministero.

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