Censis: sono 20 milioni gli italiani nelle community
Il Censis continua ad occuparsi delle abitudini di navigazione degli italiani, e dopo il recente rapporto in cui celebrava il boom dei social network in Italia, ai danni della lettura sia di quotidiani sia di libri, adesso stila un profilo preciso delle abitudini legate alla frequentazione dei social network. Più che una scoperta, quello che emerge dall’ultimo rapporto è una conferma di quanto si era già detto: i navigatori nostrani che passano del tempo sui social network sono quasi 20 milioni, dei quali il 23% circa usa Facebook (22,9%); inoltre, La maggior parte dei “clienti fissi” di questo social network sono giovani (quasi il 57 percento). Anche altre community hanno un buon tasso di penetrazione nelle vite degli italiani, in primis YouTube, che è regolarmente frequentato da due terzi dell’utenza giovane e dal 23 percento circa di quelli adulti. I ragazzi fra i 14 e i 29 anni costituiscono la maggioranza dei navigatori online, con percentuali che arrivano oltre il 93 percento, mentre gli adulti che hanno imparato a interagire con le community sono circa il 64%. Come c’era da aspettarsi, la percentuale arriva quasi a zero quando si passa all’analisi delle persone anziane, fra le quali solo il 24 percento conosce Facebook e YouTube, e solo l’1,5% ne fa uso. Facebook ha raggiunto nella Penisola una popolarità che oscura quasi le altre community: basti pensare che fra il mese di aprile e quello di maggio solo il 4 percento degli italiani ammetteva di conoscere Twitter, che invece negli USA è uno dei canali di miniblogging più diffuso. Ma perché i giovani sono così entusiasti dei social network da passarci molto del tempo che prima trascorrevano chiacchierando al telefono o di persona, uscendo con gli amici o leggendo? Evidentemente il modo di comunicare si è evoluto, perché la prima ragione di questo successo delle community è la volontà di rimanere in contatto con amici e di intrattenere rapporti di amicizia con i coetanei, che è la prima motivazione per il 70 percento degli intervistati. Il motivo che ha portato alla nascita di Facebook, ossia la voglia di ritrovare i vecchi compagni di scuola, motiva ormai meno del 60 percento degli intervistati, che sono anche poco interessati a cercare relazioni intime (vale in meno del 2% dei casi), allargare il gruppo degli amici (meno del 20%) e divertirsi (meno del 35%). I giovani, quindi, non sono interessati all’informazione? Certo che sì, ma non attraverso Internet: il primo veicolo di informazione resta la televisione, il cui dominio resta tutt’oggi incontrastato.
Ma che c'entra Google (http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/tecnologia/google-world-1/tempo-reale/tempo-reale.html) ?
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